Chi si indebita rischia di vedersi pignorare anche gli animali da parte del creditore determinato a recuperare quanto gli spetta?
Non serve essere debitori cronici alla Paolino Paperino – assediato a ciclo continuo dai creditori – per sapere che esiste un potente strumento a disposizione della riscossione crediti. Il suo nome è pignoramento. Non parliamo di una procedura immediata. Esiste tutto un iter legale per recuperare i crediti attraverso il pignoramento dei beni.
In soldoni cos’è il pignoramento? Pignorare deriva dal latino pignus e significa prendere in pegno. Ma a noi l’etimologia interessa relativamente poco (o nulla). Assai di più ci preme sapere quali sono le conseguenze legali della procedura di pignoramento che altro non è se non un esproprio forzato dei beni mobili o immobili del debitore insolvente.
Il Codice Civile, all’articolo 2740, del resto è molto chiaro. Chi si indebita è tenuto a rispondere «dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri». Ciò detto, il creditore può tentare di recuperare il suo denaro anche pignorandoci gli animali che abbiamo in casa? Cerchiamo di capirlo.
A mo’ di premessa non sarà inutile sapere che per la legge non tutti i beni sono uguali quando parliamo di pignoramento. Per essere più chiari: ci sono beni che possono essere pignorati e altri che invece non possono essere pignorati. Non per nulla prima di pignorare l’autorità giudiziaria deve verificare, tramite controllo della situazione economica e patrimoniale del debitore, quali beni possano essergli pignorati o meno.
Tra i bei sicuramente pignorabili ci sono i beni mobili e immobili, ma anche i redditi da stipendio o da pensione e i conti correnti. In teoria anche la prima casa rientrerebbe tra i beni potenzialmente pignorabili, ma si tratta di un’eventualità remota legata al verificarsi di particolari condizioni (e ad ogni modo il debitore deve prima avere la possibilità di restituire ratealmente l’importo dovuto).
Ci sono poi, come anticipato, beni che non si possono pignorare. Li indica il Codice di procedura civile agli articoli 514, 515 e 516. Scopriamo così che tra i beni impignorabili ci sono proprio loro: i nostri animali di affezione o da compagnia, oltre a quelli per fini terapeutici e di assistenza. Nessun creditore insomma potrà portarci via fido per recuperare il suo credito.
Impignorabili sono anche le pensioni di invalidità e gli assegni sociali. Lo stesso vale per la fede nuziale, gli oggetti di culto e i beni strumentali inerenti all’esercizio dell’impresa. Nessun rischio poi che ci portino via le mutande per ripianare il debito contratto. Tra i beni che non possono essere pignorati rientrano infatti beni mobili di prima necessità, come la biancheria.
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